La nascita del casale di San Pietro Magisano, secondo lo scrittore locale Ferrante Galas risale all’anno 1064. Ma la chiesa, per le linee architettonich, concezione degli spazi e l’uso dei materiali può essere annoverata ragionevolmente fra le opere risalenti al XIII secolo. Ricostruita nel XVI secolo a seguito di diversi rimaneggiamenti. Studi archeologici da effettuare nel sottosuolo potranno determinare l’età dell’impianto originario per l’esistenza di strutture precedenti, come lasciano supporre i due cunicoli posti nel giardino laterale. La chiesa è dedicata alla Madonna della Luce da quattro secoli quando a seguito della definitiva chiusura dell’Abbazia di Peseca, ormai in rovina, fu portata l’immagine sacra (andata dispersa) dall’allora Archimandrita nativo di San Pietro. Mentre la devozione della madonna sulla montagna, presso Peseca, risale al X secolo. Sulla maestosa facciata si può ammirare il grande portale in pietra tufacea e sopra gli elementi di impostazione classica è poggiato il timpano che contiene l’altorilievo del Dio Padre benedicente (opera unica in calabria). All’interno la grande navata e sovrastata dal soffitto dipinto a finti cassettoni (opera similare si trova nella chiesa di San Domenico nella vicina Taverna). La cappella della madonna della Luce in fondo alla navata a sinistra è del XVII secolo. L’altare Ligneo con decorazioni ad intaglio pone sui lati le chiavi di San Pietro e sul lato opposto lo stemma del Paese (tre cupole che riportano all’antica Trischene). Un grande patrimonio artistico è contenuto in questa chiesa diversi sono i dipinti: Madonna del Carmelo (XVIII sec.), Eterno Padre (XVII sec.), Madonna con Bambino e santi Antonio e Francesco (XVII sec.), San Pietro opera che raffigura il santo patrono (interessante è il paesaggio sul fondo che raffigura San Pietro Magisano con i suoi innumerevoli conventi e chiese), Assunzione della Vergine (del XVII sec.), per tutte non è stato possibile identificare l’autore. Mentre per il dipinto di San Giuseppe col Bambino è attribuito al pittore Antonio Sarnelli (1742-1793); Di pregevole valore sono anche il Cristo scolpito a tutto tondo (in legno), il Crocefisso invece è del secolo XIX. Posto in alto sul lato sinistro della navata centrale fa bella mostra di sé L’organo (databile al XVIII secolo) che negli anni anche se ammalorato non ha perso il suo fascino con numerosi dipinti sulle cinque facciate della balaustra che lo sorregge. La madonna della luce è rappresentata da due dipinti posti all’interno della cappella a lei dedicata e dalla bella scultura in legno decorato di autore ignoto è datata 1711. All’interno della sacrestia opere in argento e paramenti sacri. Le corone della Madonna sono opera del Maestro crotonese Gerardo Sacco (furono posizionate sulla statua nel 1970 da Mons. Armando Fares). Mentre l’otto dicembre del 1996 Mons. Antonio Cantisani conferì alla Chiesa il titolo di Santuario della Madonna della Luce. Dal 2002 il santuario aderisce al “Consorzio Calabria Giubileo 2000”.