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La Chiesa del Rosario e il Convento

La Chiesa del Rosario, costruita intorno al XV secolo, venne in passato denominata di San Domenico o del Ritiro e i padri Domenicani ne furono i primi proprietari. Il convento venne fondato grazie a Costanza d’Avalos d’Aquino, duchessa di Francavilla e Contessa di Acerra, la quale nel 1500 aveva ottenuto dal Re la contea di Belcastro che comprendeva anche il territorio di Zagarise; ella istituì un programma di valorizzazione dei centri del suo feudo dotandoli di strutture adeguate ai bisogni culturali e religiosi della sua gente. In Zagarise, già all’inizio del XVI secolo, esisteva la Chiesa di Santa Maria della Consolazione o Santa Maria delle Grazie, di pertinenza del Capitolo Lateranense; l’Università locale, sostenuta dalla feudataria, ne chiese la cessione all’arciprete, cardinale Alessandro Farnese, perché vi fosse aperto un convento di frati predicatori. La fondazione venne approvata da Jeronimo de Pegnafield, procuratore e vicario generale dell’Ordine, il 20 novembre del 1521. All’inizio del 1522, venne emesso ed indirizzato al fondatore della comunità Giovanni Leto da San Giorgio Morgeto, il breve di concessione alla Basilica. Il convento era molto ampio e tra i più belli del vicinato. Esso aveva forma pressoché rettangolare con nel mezzo un ampio chiostro e al centro una cisterna per la raccolta delle acque piovane.Il chiostro era delimitato da ventidue archi a tutto sesto, ampi e simmetrici; due porte conducevano al refettorio grande che in seguito fu adibito a magazzino; da questo si guadagnava l’accesso a un sotterraneo dove si trovavano il forno e la cantina. Al primo piano, al livello del chiostro, sorgeva il dormitorio, formato da nove stanze attigue; sullo stesso piano si trovavano anche la cucina e il nuovo refettorio. Dal dormitorio, mediante una scala, si raggiungeva il piano superiore dove sei ampie camere, bene illuminate e indipendenti, costituivano l’ambiente ideale per lo studio e la meditazione. Il Chiostro, infatti, era sede di una scuola ad indirizzo teologico, di discreta importanza a quel tempo.Il convento, che giunse ad avere nel 1650 sei padri, due conversi, un terzino e un oblato, ad ospitare una Confraternita del Rosario e a gestire una spezieria, passò nel 1700 ai Cappuccini e venne chiuso nel 1809 ad opera delle leggi volute dai Francesi e mai più riaperto. Nel 1870, data in cui intervennero le leggi piemontesi, la chiesa e il convento divennero proprietà governativa e vennero assegnati al Comune che li vendette nel 1876 a un certo Tulelli per la somma di lire 3490.Nel dopoguerra, un’alluvione provocò il crollo del campanile e seri danni strutturali alla chiesa; di conseguenza, il restaurò privò l’edificio della maggior parte delle decorazioni esterne, lasciando come unico elemento di pregio il portale in tufo; i ruderi del convento furono rimossi per edificare al suo posto l’attuale edificio scolastico.Costruita a navata unica absidata, la chiesa conserva il suddetto portale cinquecentesco in tufo ornato dagli stemmi della fondatrice del convento e in parte corroso, composto da due colonne doriche, poggianti su alti basamenti e con due angeli in rilievo e delineato in alto da una cornice a triglifi e a metope, ed una grande arcata in pietra viva del XVII secolo, a colonne lisce e capitelli corinzi, che divide l’area presbiteriale dal resto del luogo di culto. Ulteriore pregio del tempio è il ricco altare maggiore della fine del 1600: esso è in stucco lucido lavorato con una copiosa serie di volute chiaramente barocche. Sulla parete alle spalle dell’altare, spicca il dipinto del XIX secolo raffigurante la Madonna del Rosario, di autore anonimo ma rifacentesi chiaramente alle opere del Giannetti. Durante i lavori di alcuni interventi restaurativi sotto le decorazioni ottocentesche è emerso un ciclo di dipinti murali risalenti alla metà del Cinquecento, ciascuno collocato all’interno di una nicchia. Si tratta di una importante e preziosa testimonianza della cultura e dell’arte di quel secolo, in Calabria piuttosto rare da reperirsi. Sempre nella Chiesa del Rosario furono ritrovati alcuni dipinti oggi ospitati nel Museo di Arte Sacra, uno dei quali rappresenta San Domenico circondato da scenette che raffigurano i suoi miracoli.


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